S1 E08 • "Il tempo è un bastardo", di Jennifer Egan

Recensione di "Il tempo è un bastardo", di Jennifer Egan, minimum fax, 2011.Bennie è un ex musicista punk diventato discografico di successo, scopritore di talenti e invischiato da sempre in notevoli problemi famigliari e lavorativi, senza contare le sue dipendenze.Sasha è una ragazza che a diciassette anni scappa di casa, scompare dalla vita dei suoi famigliari per dimenticare un’adolescenza piena di guai, arresti per taccheggio, visite dallo psicoterapeuta, tentativi di suicidio e amicizie poco raccomandabili.Questi e molti altri personaggi, le cui vite sono intrecciate fra loro e vengono rivelate poco alla volta in ogni capitolo, concorrono a creare un quadro generale di ansia e crisi propria di chi vive il mondo dello spettacolo, della musica e del cinema. Tramite una visione globale di questi vissuti, ne ricaviamo la frenesia, la paranoia e l’alienazione di donne e uomini fragili, soli, fantasmi del proprio passato, dimenticati da chi frequentava il loro stesso ambiente. Incarnano loro stessi il disagio del mondo che rappresentano, i rimpianti e le aspettative deluse, le aspirazioni di persone che ce l’hanno fatta, quelle di chi non ce l’ha fatta per un pelo, e quelle di chi ha perso per strada il senso dei traguardi raggiunti. Tutto questo in un continuo ripercorrere avanti e indietro il tempo, che è stato maledetto da queste persone che l’hanno vissuto. Perché, in poche parole: il tempo è un bastardo.Contattami anche tu per commenti, idee e proposte: [email protected] Goodreads: https://www.goodreads.com/user/show/18769234-ludovicaMissaggio di Gabriele TaorminaMusica: Acoustic Blues e Saloon Rag, di Jason Shaw, da https://audionautix.comRendezvous, di Shane Ivers, da https://www.silvermansound.com Foto di Ricardo Esquivel, da https://www.pexels.com

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